IL NON LUOGO

Volevamo la sensazione di un posto che non si trovasse in nessun luogo fisico.
O meglio, che potesse essere a Milano così come a Parigi o a in un quartiere di Lisbona, o a Londra.
La prima volta che abbiamo visto questo spazio l’abbiamo in qualche modo riconosciuto.
Eppure la sua bellezza era nascosta sotto strati e strati posticci e non si lasciava quasi immaginare.
Lentamente, con meraviglia, si è svelata:
lavorando a sottrarre - e non ad aggiungere - è emersa un’anima vicina ai nostri desideri.

L'ESSENZA

È riapparso il pavimento a cementine liberty, mascherato sotto strati di colla;
sono affiorati i muri stinti, sbrecciati, consunti e li abbiamo voluti tenere così.
Abbiamo aggiunto pochi elementi necessari:
il tavolo di legno scheggiato che era parte di una vecchia casa in Engadina,
gli stipiti in ferro ruggine, la parete rosso Anthozoa, tutti gli specchi della nonna.
Due lampade in seta a cui è sospeso un cristallo
che scompone la luce in un prisma e ci ricorda che le pietre sono talismani.
La foto imponente dei monaci che anch’essi sembrano scomporsi in una danza.

IL TUO LUOGO.

È diventato un luogo dove si sta bene. Questo cercavamo.
Volevamo l'atmosfera di un luogo che sembrasse appartenere a nessun sito fisico.
L'idea di una bottega calda e un po’ magica.
Un posto che non fosse solo un negozio ma un crocevia o un approdo,
dove passano e si incontrano le persone che ci piacciono.

L'abbiamo trovato e ora siamo qui.